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Minorenni, Facebook e privacy: attenzione a cosa postiamo

Minorenni, Facebook e privacy: attenzione a cosa postiamo

Minorenni, Facebook e privacy: attenzione a cosa postiamo

Un post su Facebook non è mai veramente riservato ai soli “amici”, anche se è pubblicato in un profilo “chiuso”.

Se poi si postano informazioni su minori l’attenzione deve essere massima.

Il principio è stato affermato dal Garante privacy in un provvedimento del 23 febbraio 2017 [doc. web n. 6163649] con il quale ha ordinato a una donna la rimozione dalla propria pagina facebook di due sentenze in materia di divorzio in cui erano riportati delicati aspetti di vita familiare che riguardavano anche la figlia minorenne.

La decisione del Garante privacy

L’Autorità – intervenuta  su segnalazione dell’ex marito che lamentava una violazione del diritto alla riservatezza della figlia – ha ritenuto che la divulgazione dei provvedimenti giurisdizionali in questione fosse incompatibile con quanto stabilito dal Codice privacy.

Il Codice della privacy vieta infatti la pubblicazione “con qualsiasi mezzo” di notizie che consentano l’identificazione di un minore coinvolto in procedimenti giudiziari, nonché la diffusione di informazioni che possano rendere identificabili, anche indirettamente, i minori coinvolti e le parti in procedimenti in materia di famiglia.

Secondo il Garante, poi, l’estrema pervasività della divulgazione su Internet aggrava notevolmente la violazione dei diritti della persona, in questo caso per giunta minore di età.

Non può essere provata infatti, sempre secondo il Garante, la persistente natura chiusa del profilo facebook e la sua accessibilità a un gruppo ristretto di “amici”, perché il profilo è facilmente modificabile, da “chiuso” ad “aperto”, in ogni momento da parte dell’utente.

Vi è, inoltre, la possibilità che un “amico” condivida il post con le sentenze sulla propria pagina, rendendolo visibile ad altri iscritti, determinando così una possibile conoscibilità “dinamica”, più o meno ampia, del contenuto che può estendersi potenzialmente a tutti gli iscritti a Facebook.

Nel disporre la rimozione, l’Autorità ha sottolineato infine che le sentenze consentono di rendere identificabile la bambina nella cerchia di persone che condividono le informazioni “postate” dalla madre sul proprio profilo e contengono dettagli molto delicati, anche inerenti alla sfera sessuale, al vissuto familiare e a disagi personali della piccola.

Fonte: www.garanteprivacy.it

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Studio legale Avvocato Giuseppe Briganti

Pesaro-Urbino

Aggiornato alla data di pubblicazione

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